Diana
Posted On 3 Settembre 2019
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Ho trovato per caso Diana girando su instagram e ke ho scritto.
Dopo averle spiegato il progetto ci siamo incontrati per un cappuccino.
Te la provo a descrivere con un aggettivo : allegra. E’ una di quelle rare persone che ti mettono di buon umore e che ti contagiano con la loro allegria.
Questo tipo di persone sarebbe comodo averle sopra il comodino.
Le crei in laboratorio e le metti li sopra a riposare.
Se ti svegli la mattina scazzato, che ti gira il culo le accendi e le fai parlare di qualcosa.
Tipo Alexa, però con un umanocreatoinlaboratoriosoloperfartifelice.
Finita la chiacchierata avevo subito chiaro in mente in che modo le avrei fatto le foto.
In queste ultime foto ho deciso di raccontare di più e di costruire di meno. In che senso ?
Invece di cercare un’idea fotografica e ricostruirla, vorrei impostare la foto come se fosse un piccolo documentario della vita della persona.
Cerco di capire qual è la parte più descrittiva della giornata della persona e vivendola, catturo i momenti più belli.
Diana ama suonare il pianoforte, ha 5 gatti, la sua vita è di colore rosso, legge poesie mentre si ubriaca e da grande vuole fare la professoressa.
Con la prima foto volevo raccontare un suo pomeriggio quotidiano, fotografandola mentre suonava il piano e fare uno shooting ai suoi cinque gatti.
Attenzione Informazione Inutile : i sui gatti si chiamano Frank, Fragola, Olivia, Lucky e Yuky.
Dato che la nonna ha deciso di trasferirsi a casa loro la mattina stessa, non ho potuto fare queste foto e ho optato una soluzione diversa.
L’idea era quella di vivere una serata estiva tipo, dove lei sarebbe andata a leggere nella sua panchina e a divertirsi con le amiche.
In testa non mi sono prefissato nessuna scena o situazione da ricreare.
Ho cercato semplicemente di fare più cose possibili e ho diviso la serata in prima e dopo il tramonto.
Per la prima foto siamo andati in questo parco nel suo paese dove lei spesso và a leggere.
Per farla abituare ad avere una macchina fotografica davanti a sè ho iniziato a scattare da subito. Mentre parlavamo, scattavo come se nulla fosse.
Appena arrivato il tramonto, ci siamo spostati su un’altra panchina e le ho dato una ventina di minuti per farsi i cazzi suoi.
Diana si è messa leggere, a cambiato varie volte posizione e pensando tra sè e sè si guardava attorno.
In questo modo invece di forzare la sua posizione, dicendogli “mettiti cosi, guarda di là, prendi il libro cosi “, lei si è messa da sola in posa spontaneamente.
Successivamente in post-produzione ho accentuato il colore viola nelle foto per dare un look più di tramonto.
Dopo cena ci siamo spostati in un pub all’interno di un parco, anche se a me sembrava tipo la sagra dei gnocchi al ragù del classico paesino.
Erano tipo 3 vecchietti che mangiavano salsicce e patate seduti su 4 tavoli in stile sagra.
Per non disturbare la notte brava di questi 3 anziani ci siamo seduti in un muretto vicino a questo “pub“.
In questo posto c’erano lucette tipo fiera, tavoli, e giochi per bambini. Perciò ho cercato di sfruttare al massimo ogni elemento presente.
Dopo aver chiacchierato sul muretto ci siamo spostati diverse volte: sui tavoli, sui giochi e nel parco in generale.
La situazione era sempre la stessa: mentre parlavamo o facevamo cose, avevo sempre la camera in mano.
Come se fossi un amico e quella era una serata come le altre.
Questo mi ha permesso di catturare molti momenti belli, ma alla fine ho scelto la foto che più trasmette l’allegria di Diana.
Invece di andare a ricreare un contesto e forzare le situazioni ho imparato che a volte basta semplicemente entrare a far parte, anche per poche ore, nella vita di una persona per farle dei bei ritratti.