Andrea
Posted On 2 Luglio 2019
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Andrea è uno di quei volti che per un qualche particolare non passa inosservato, a prima vista non riesci a capire cosa sia quel particolare, ma fa parte di quel tipo di persone che riescono a differenziarsi.
Proprio per questo motivo ho chiesto ad Andrea se potessi scattargli due foto.
Ci siamo incontrati nel mio studio e abbiamo avuto la solita chiacchierata.
E’ una persona molto riservata e introversa perciò non sono riuscito a estrapolare molti dettagli e metter su delle idee.
Dunque invece di ricreare una situazione per descriverlo, ho deciso che fosse meglio scoprire le sue particolarità vivendolo.
Invece di creare una cornice artificiale, ho deciso di fotografare attraverso una finestra, quindi, invece di ricreare una situazione, sono andato a scattare le foto mentre lavorava.
Andrea è un meccanico, cosi sono andato a passare una giornata nell’officina in cui lavora.
Al suo capo ha spiegato che venivo per fare delle foto da metterle sulla pagina facebook dell’officina e perciò ho avuto campo libero tutto il pomeriggio.
Ovviamente era una cazzata.
Se non sapete che scusa inventarvi dite che è per un “progetto scolastico“.
Dire “è per un progetto scolastico“, è come indossare una maglietta con scritto “STAFF” o una di quelle tute catalifrangenti, potete fare quello che volete, dove volete.
Basta che fate una faccia da persona che sta lavorando e nessuno vi dirà niente.
Sono stato circa 4 ore a fotografare Andrea.
Sapevo che il set sarebbe stato diverso dagli altri, dovevo riuscire a catturare dei momenti senza poterli ripetere.
Andrea non si sarebbe messo in posa e perciò dovevo capire il modo migliore per fotografarlo.
Durante la prima ora, mentre Andrea riparava una macchina, ho cercato di spostarmi il più possibile per capire quale fosse la posizione che avesse la luce migliore.
L’officina non era tanto grande e c’erano solo due grandi porte come fonte di luce.
A seconda di come si muoveva e dove guardava Andrea avrebbe avuto una luce diversa, perciò con le prime foto ho cercato di scoprire quale fosse il momento migliore per fotografarlo.
Non avevo un’idea precisa di cosa mi sarei trovato davanti, perciò ho voluto fare una sorta di reportage.
Avrò scattato almeno 1000 foto e a casa ho selezionato quelle che a mio parere rappresentavano meglio Andrea.
Normalmente riesco abbastanza bene a comprendere la persona che andrò a fotografare e perciò a trovare idee fotografiche, con Andrea invece, essendo una persona che difficilmente riesce ad aprirsi agli altri, è stato più difficile.
Per questo ho capito che quando si ha di fronte questo tipo di persone è meglio scoprire i loro particolari vivendoli, piuttosto che farseli raccontare.