Cheschifo
Posted On 4 Maggio 2019
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Ho incontrato Chiara una sera ad un pub e le ho chiesto di partecipare al mio progetto.
Ci siamo visti in un bar vicino il suo paese per un aperitivo, lei era vestita tutta di nero, cappotto lungo, pantaloni stretti, scarpe bordeaux e occhiali da sole.
Sembrava una spia tipo mission impossibile.
Dopo essermi assicurato che non fosse un detective in incognito, mi sono fatto raccontare di lei.
Mi aspettavo che da un momento all’altro mi dicesse quelle frasi in codice tipo “ la mucca è nel recinto o il topo ha mangiato il formaggio ” ma non è successo.
A prima vista è una di quelle persone che non riesci ad inquadrare, può essere chiunque, un’assassina o allevatrice di gattini.
Davanti a me invece ho scoperto di avere una ragazza con delle qualità insolite: l’essere costantemente in ricerca di se stessa e di cercare di migliorarsi sempre.
Finita la chiacchierata ci siamo messi fuori dal locale a fumare una sigaretta e la situazione era questa:
Lei in piedi sulle scale, io davanti a lei, alle nostre spalle avevamo il locale.
L’insegna luminosa le donava una luce rossastra, lei era vestita tutta di nero e il che creava un bellissimo gioco di colori.
Forse mi era piaciuto cosi tanto perchè avevo mangiato e quando ho la pancia piena tutto è più bello.
In ogni caso ho voluto ricreare questa situazione come prima foto.
Stessi vestiti, stesso orario e mentre lei fumava una sigaretta, tra una chiacchiera ed un’altra le scattavo le foto.
Per distrarla e renderla più spontanea incalzavo con discorsi semplici ma che la tenevano occupata.
Per la composizione della foto cercavo di prendere il viso di Chiara in un punto che avesse uno sfondo rosso e ben illuminato.
In questo modo il suo viso e nel particolare i suoi capelli neri sarebbero risaltati maggiormente rispetto ad uno sfondo nero.
La prima volta che ci siamo visti, mentre parlava ho notato che molto spesso arricciava il naso in segno di negazione.
Non è proprio negazione, ma come per dire “che schifo“.
Conoscendola meglio ho scoperto che è una peculiarità che esibisce molto spesso e ho deciso di ricreare proprio questo “che schifo” come seconda foto.
Ho posizionato Chiara vicino ad una finestra e ho utilizzato lo schema di luce laterale.