
Ho conosciuto Delia grazie al consiglio di una mia amica.
Sono andato a vedere il suo profilo Instagram e le ho subito scritto.

Ci siamo incontrati dopo pochi giorni davanti ad un caffè.
In quell’ora ho conosciuto una ragazza completamente diversa dal mio modo di essere : composta , spaventosamente educata, sempre sorridente e con voglia di fare.
Sembra una di quelle donne perfette, avete presente le pubblicità della Barilla ?
Tipo quelle donne che impiattano la pasta tutte belle e sorridenti.
Non sembrava umana.
Sospetto ancora adesso che sia stata creata artificialmente.

Non avendo mai fotografato un robot con sembianze umane è stato difficile racchiudere questo suo modo di essere in una sola foto.
Prima dell’incontro mi sono segnato alcune azioni da fargli fare per trovare una posa che mi permettesse di ritrarla in maniera più spontanea.

Abbiamo scattato in interno.
Ho utilizzato una schema di luce laterale, sfruttando il pannello LED e ammorbidendo la luce ancora di più con la parte interna del pannello riflettente.
In più ho puntato sul soffitto una seconda luce, in questo modo di rimbalzo avrebbe ammorbidito ancora di più le ombre.
Mentre continuavo a parlare con lei le dicevo di eseguire le azioni che mi ero appuntato o di giocare e inventarsene lei a seconda dell’occasione.
In questa foto in particolare infatti stava giocando con un quaderno che le avevo dato e si è inventata questa posa.
Successivamente in post-produzione ho aggiunto delle scritte di sua vecchia cartolina e ho cambiato il colore dello sfondo affinchè queste scritte venissero meglio evidenziate.




Una sua particolarità è quella di appoggiare la testa sulle mani quando è annoiata.
Che poi non è annoiata veramente, finge.
Sennò dopo gli altri scoprono che è un robot allora ogni tanto fa finta di provare dei sentimenti negativi.
Facendolo molto spesso ho deciso di ritrarla proprio in questa posizione.
Lo schema di luce è lo stesso utilizzato nella foto precedente.
Lei era seduta con un tavolo davanti a lei dove poteva appoggiare i gomiti.
L’idea era quella di ricreare la situazione esatta in cui lei si annoia e si mette in quella posizione.
Allora le ho messo davanti a lei un video di un professore che spiega all’università una lezione di fisica.
30 minuti di video di una noia spaventosa.
Ma invece di annoiarsi, lei rideva.
Allora Vabbè.
Sono ricorso alla tecnica del dito.
Le ho fatto semplicemente guardare un punto fisso.
Cambiando angolazione con la fotocamera e perfezionando la sua posa sono riuscito a cogliere quel momento.
Quando mi trovo a dover raccontare una persona o una storia, credo sempre che le altre persone siano simili a me nei modi di fare e di pensare.
Invece ti può capitare di avere davanti una persona completamente opposta e diversa da te.
Delia ed io siamo due poli opposti, bianco e nero, cane e gatto, gesso e formaggio.
Dunque quando racconti una persona o una storia devi smettere per un attimo di pensare con il tuo punto di vista e capire il suo.
L’unico modo per farlo è ascoltare chi hai davanti.