Eva
Posted On 29 Marzo 2020
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Trovata per caso su Instagram ho subito contattato Eva e, dopo avergli spiegato il progetto, ho scoperto che abitava a Londra. Dopo un mese però è tornata in Italia per rivedere la famiglia e siamo riusciti a vederci.
Abbiamo parlato davanti un tramezzino e una birra al bar.
L’idea che mi ero fatto di lei era che fosse una di quelle ragazze che se la tirano, quelle che pensano ” so mejo io chicazzoseite “.
Io le chiamo Galline. Alcuni le chiamano Oche, io Galline.
Eva mi ha parlato di cosa fà, dei suoi pensieri e di cosa vorrebbe fare.
Ho scoperto una ragazza estroversa, con diversi punti di vista e con il sogno di aprire un santuario per animali dove poterli ospitare e prendersene cura.
In particolare il suo animale preferito è il maiale. Non mi chiedete il perché, tanto non lo sà nemmeno lei.
Mi ha parlato di un suo terreno che ha in campagna dove vorrebbe aprire il santuario e ho deciso di ambientare gli scatti proprio lì.
Il posto era sperduto nel nulla e dopo aver utilizzato segnali di fumo, bussola e mappa sono riuscito a trovarlo.
Il terreno aveva tre capannoni, un grande recinto e delle stalle con due cavalli, due caprette e tante galline che scorrazzavano.
Non so se scorrazzare è italiano però significa andare in giro senza una meta precisa.
Appena sono arrivato ho trovato Eva che raccoglieva la cicoria per la nonna.
La cicoria regà.
La cicoria pe la nonna.
Sfido chiunque a saper cogliere la cicoria da terra nel 2020.
Abbiamo fatto una passeggiata, mi ha presentato le caprette e mi ha raccontato il passato e il possibile futuro di quel luogo.
Mentre mi parlava rubavo qualche foto e cercavo di capire quali erano i punti migliori per le foto.
Prima che calasse il sole ci abbiamo sfruttato i tre punti che pensavo fossero i migliori per scattare e abbiamo continuato a parlare lì.
I punti che ho scelto sono : una recinzione, un campo aperto dove c’era anche il suo cane e la stalla del cavallo.
Una delle più grandi difficoltà da superare per i modelli è quella di avere delle azioni da compiere o delle pose naturali da assumere.
Quindi l’ho fatta appoggiare sulla recinzione e pian piano durante la chiacchierata assumeva naturalmente delle posizioni senza che io la forzassi.
Quando era in mezzo al prato aveva come distrazione il suo cane che le saltava addosso.
Nella stalla aveva il cavallo che le si avvicinava per chiedere le carezze.
In ogni situazione Eva aveva sempre me che le parlavo e una distrazione fisica , in questo modo non dava peso al fatto di avere una fotocamera davanti a lei e si comportava più spontaneamente.
Il cielo era nuvoloso perciò la luce naturale era morbida e mi ha permesso di scattare senza dovermi preoccupare troppo della mia posizione rispetto a lei.