Codina d’aragosta
Posted On 20 Maggio 2019
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Susanna mi aveva scritto su Instagram dicendomi che era interessata a partecipare al progetto.
Ho visto il suo profilo e ho accettato.
Ci siamo visti in un noto parco di Roma, abbiamo preso due cappuccini e ci siamo sdraiati a parlare.
Era vestita tutta di nero, penso anche il rossetto.
Con una falce in mano poteva essere tranquillamente la Morte.
O la morte o un vampiro.
In realtà ho pensato che fosse una di quelle metallare che vestono nero con borchie e che ti parlano sempre di quel gruppo progressive rock metal che nessuno conosce.
Che a pensarci sarebbe stato più interessante parlare con la Morte. Si, odio i metallari.
Ma per fortuna Susanna non era nessuno dei due.
Abbiamo parlato per mezz’ora e poi è dovuta andare via, così abbiamo dovuto finire la chiacchierata su Whastapp.
Ho scoperto una ragazza giovane ma con tante storie da raccontare.
E’ quel tipo di persona riservata che nasconde un mondo dentro di sè, piena di sfaccettature, idee e pensieri.
Mentre parlavo con lei mi ha raccontato della sua passione per i libri. Mi ha fatto vedere i millemila che ha in camera, mi ha raccontato di quelli che ha letto e quelli che vorrebbe leggere.
Dopo aver visto una sua vecchia foto ho deciso di ricreare una situazione dove lei leggeva.
Di solito Susanna legge sopra al suo letto e avrei voluto fare la foto nella sua camera.
La stanza ha tutti i muri neri, tanto per dare un pò di colore, ma per problemi logistici abbiamo dovuto scattare in città.
Dopo aver mangiato qualche tramezzino al bar di mia zia, siamo andati in una biblioteca e poi in un locale là vicino.
Si è messa le cuffie con un pò di musica e ha iniziato a leggere il libro che aveva scelto in quel periodo.
Gli ho detto praticamente di farsi i cazzi suoi in mia presenza.
Distratta dalla musica e dalla lettura ho potuto scattare senza dover dirigere le sue pose.
In questo modo Susanna cambiava posizione spontaneamente, senza dover forzare i suoi movimenti in alcun modo.
Sia nella biblioteca che nel locale l’ho fatta sedere in un tavolo posizionato vicino ad una finestra in modo tale da farle avere sul volto una luce naturale non diretta.
Con la seconda foto ho deciso di raccontare il lato più cattivo, duro, imbruttito di Susanna.
Se incontri Susanna per caso ti sembra che ha una faccia imbruttita.
Per imbruttita intendo incazzata, come se ti volesse menare.
In realtà lei è cosi, ti odia già prima di averti conosciuto.
L’idea era quella di rubare qualche scatto durante la giornata.
Mentre andavamo da una location e un’altra, nei momenti morti o mentre parlavamo le scattavo qualche foto.
Abbiamo camminato per due orette cambiando molte location e parlando molto.
Mi ha fatto vedere dove và a scuola, dove di solito esce la sera e mi ha raccontato molti aneddoti successi in quelle vie.
Dopo aver catturato tutti i momenti possibili in post-produzione ho voluto accentuare questo suo lato contrastando molto l’immagine e utilizzando un bianco e nero.
Contrasti forti, bianco e nero e pose rubate fà un sacco regina della malalife.
E’ tipo lo starter pack della ragazza cattiva.
P.S. Il nome Codina d’aragosta è il soprannome che le ha dato la Nonna. Dare il nome di un cibo buono ad una persona mi sà una storia così carina, cosa che “ ti amo 3000” levati proprio.
Riuscire a prendere confidenza con la persona da fotografare mi ha permesso di farmi aiutare nella scelta delle foto.
Molte volte un consiglio esterno, soprattutto dalla persona in questione è importante.
Invece di essere da solo è bello vedere che insieme il progetto cresce meglio.
Il consiglio è quello di far vedere le foto che si scattano e magari di farti consigliare quali sono per loro le migliori.