
Ho trovato per caso Monia su instagram, le ho scritto e ci siamo visti davanti ad un estathè.
Scritto cosi sembra tutto facile e veloce, però non è vero nulla, tra gli impegni vari e malattie ci siamo riusciti a vedere solo dopo due settimane.
Davanti a quell’estathè mi ha raccontato di lei e mentre parlava mi sono subito accorto della sua spiccata emotività.
Esistono persone apatiche, persone sensibili, timide ecc ecc..
Lei invece è un distributore di emozioni.
Fate cosi : aprite il libro dove sono elencate tutte le emozioni e ogni volta ci mettete davanti ” Monia è ..”
E’ fantastico perchè mentre parlava rideva, poi si metteva a piangere, poi sorrideva, poi arrossiva, poi rideva mentre piangeva.
Mi ha mostrato una gamma di emozioni tale che libro di antropologia levati.
Sarebbe bello avercela sul comodino, tipo Alexa però con le emozioni. Quando ti senti apatico gli chiedi di mostrarti un’emozione, “Monia fammi una faccia felice”.
Comunque mi dilungo troppo con ‘ste cazzate.
Finita la chiacchierata avevo subito chiaro in mente l’idea per fare le foto.

L’idea era proprio quella di riuscire a catturare questa sua emotività.
Lo schema di luce migliore per evidenziare le espressioni del viso è lo schema di luce a farfalla. Infatti proprio per la posizione della luce chiave vengono accentuate tutte le forme del viso e ogni micro espressione.
Il set era molto semplice perchè abbiamo scattato in interno e con un solo softbox come unica fonte di luce.
Lo sfondo era bianco e le ho fatto indossare una maglietta rossa perchè avevo in mente di tenere nella foto solo i tre colori : rosso, bianco e nero.
Benchè il set era molto semplice, riuscire a tirar fuori da Monia di nuovo tutte le sue sfumature era più complicato.
Dato che non potevo dirgli di provare emozioni a comando, ho cercato di ricreare il più possibile una situazione di una chiacchierata tranquilla.
L’ho posizionata davanti la luce e ho continuato a parlare con lei per tutta la durata dello shooting.
Mi ha parlato del suo ex, di alcune situazioni successe in quelle due settimane, dei suoi lavori passati e ho scoperto che ha lavorato in un video di elettra lamborghini.
Si, in un di quei video dove si vedono solo culi e tette.
E mi ha raccontato che Elettra è alta un barattolo e due sassolini, è praticamente una nana leopardata che twerka.
Da blog di fotografia a blog di gossip nel tempo di una frase.
Dopo un’oretta abbondante di chiacchierata ero riuscito già a cogliere molte sue sfumature.



Infine ha iniziato a leggermi un tema che aveva fatto quel giorno in classe dove raccontava di un sua giornata molto triste: una storia che non auguro a nessuna ragazza della sua età.
Mentre leggeva questa lettera diciamo che non è rimasta indifferente.



Rivedendo le foto ho deciso proprio di scegliere questi momenti molto emotivi.
Fotografando Monia ho capito che a volte per fare un bel ritratto non serve una grande location o un’idea complicata, basta anche un semplice sorriso.
Sembra uno di quei aforismi confezionati che trovi su facebook però è vero.
Una luce, un primo piano e una chiacchierata possono bastare per un bel ritratto.